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CONCERTO DI REGGAE OMOFOBO A ROMA !
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AL “BRANCALEONE” DI ROMA, da Azione Gay e Lesbica Firenze

Da tempo riceviamo le vostre comunicazioni sugli eventi da voi organizzati nel vostro spazio romano. Ci fa piacere essere informati/e/* sulle vostre attività, anche se fisicamente siamo a Firenze e ovviamente non possiamo partecipare a tutto. Ci è arrivata oggi una comunicazione da un’associazione glbt romana,
dove ci si informa che presso il Brancaleone si esibiranno giovedì 24 febbraio i T.O.K, guardando il vostro sito abbiamo avuto purtroppo conferma. Anche i T.O.K., come tanti esponenti della musica reggae, purtroppo, non hanno trovato niente di meglio da fare che incidere una canzone in cui si incita all’omicidio dei gay, “CHI CHI MAN”. Sappiamo che non è agevole capire il patois giamaicano (anche noi non ne capiremmo granché, se non ce lo spiegassero in internet gay e lesbiche giamaicani che son dovuti scappare dalla loro isola per scampare alla violenza omofobica creata anche da gruppi come i TOK), sappiamo che per la stragrande maggioranza degli spettatori tutto questo non significa granché, ma è pesante riscontrare ogni volta che si pensa che questa sia una questione marginale, si scusano l’omofobia e la misoginia urlati da gruppi come i TOK come una pittoresca caratteristica della cultura giamaicana ecc.ecc. No, non ci siamo, la violenza omofobica, lesbofobica e transfobica è la stessa e va combattuita sotto ogni cielo, dalla Giamaica alla Russia, dal Pakistan al Guatemala, dalle periferie di Roma a quelle di Mumbai, Firenze, Zurigo, Shanghai. Non ci sono scuse, qua si tratta di una bieca operazione nazista di creazione del capro espiatorio, sulla base di deliri religiosi fondamentalisti e razzismo biologico, quando si afferma che l’omosessualità è abominio al cospetto di Jah o che l’omosessualità è un vizio bianco da estirpare dall’eterissima Giamaica nera. I/le rifugiati/e gay e lesbiche giamaicani/e, che si son trovati a sopravvivere alla meno peggio nei bassifondi d’Inghilterra, ringraziano i TOK o Buju Banton o quanti altri che o fomentano l’odio contro di loro oppure lo manipolano per creare consenso.
In realtà, a parte il sound, da questo punto di vista le analogie con la scena nazirock sono tante.
Per favore, non fate finta di niente, sappiamo tutti e tutte che l’arte non è neutrale, che c’erano grandi artisti dalla parte del nazismo, del fascismo, di ogni totalitarismo, ma non certo in virtù della loro arte cessavano di essere complici. Non fatevi complici anche voi, per favore.
Azione Gay e Lesbica Firenze